Quella dei Consigli “scatena emozioni”, sta diventando oramai una costante.

È fresca la riunione a casa della nostra Presidente, aperta a 3 ospiti esterne. Le amiche di Micromondo, Katia e Lilly e Barbara Olivi, che da quasi 20 anni vive in Brasile.

Tre donne in rappresentanza di due Associazioni, con i bambini come denominatore comune e una granitica certezza condivisa: l’educazione è il solo strumento per cambiare un individuo e, con lui, la società.

Micromondo ha incontrato Farfalle di luce 6 anni fa, agli albori di Casa SIAND, il primo progetto nato in Argentina. Da allora, generosamente, non ci fa mancare il suo sostegno, condividendo il nostro operato e lavorando con noi in modo sinergico. Perché da soli non si può fare tutto, ma costruendo una rete comune, che aiuta e sostiene, si possono raggiungere risultati insperati. Micromondo ha scelto ancora, per quest’anno, di dividere i fondi raccolti, rinnovando il suo sostegno a Farfalle di luce.  Guardando, però, anche al Brasile.

È difficile parlare del Brasile, perché la testimonianza che ci ha portato Barbara è stata talmente forte da lasciare quasi senza parole. Da mettere il nostro stomaco sottosopra.  Da scatenare emozioni che il cuore, tantomeno la testa, riescono a controllare.

Barbara Olivi fondatrice de “Il sorriso dei miei bimbi”

Barbara ha lasciato Milano per andare in Brasile “alla ricerca di tempo”. Ha iniziato un nuovo percorso di vita che l’ha vista fin dal principio impegnata come guida turistica. Proprio dalle mance che ha iniziato a guadagnare è partita l’avventura nella Favela di Rochina che, con i suoi circa 200 mila abitanti è la più grande del sud America ed è tra le 1068 comunidades che compongono Rio de Janeiro. È proprio qui che nel 2001, è nata l’associazione “Il sorriso dei miei bimbi”. Il timore di Barbara, che questa diventasse strumento atto a manipolazioni, nel giro di poco si è manifestato in tutta la sua concretezza.

È riduttivo dire che la vita nelle favelas sia difficile. Per quanto lo spaccato sociale negli anni sia cambiato e la popolazione che muore ancora di fame sia passata dai 25 milioni di un po’ di anni fa ai 10 milioni di oggi, vivere nelle favelas vuole dire convivere quotidianamente con la discriminazione, gli omicidi di massa, la violenza nelle sue manifestazioni più crude. Barbara ci ha spiegato che, paradossalmente, il narco traffico ha lungamente garantito uno stato di fatto, introducendo un proprio codice, in un bacino sociale sempre escluso dal potere. Ora ha preso piede una macro-criminalità ancora peggiore. Quella dei miliziani, mercenari ex poliziotti allontanati per corruzione, immoralità, efferatezze, che trovano omertà e appoggio dal Parlamento e che hanno capito l’indotto economico delle favelas.

Nelle parole di Barbara, rotte dall’emozione e dalla commozione, abbiamo raccolto il racconto di un paese dilaniato dalla lotta di potere tra le poche favelas rimaste con i narcos e la stragrande maggioranza sotto controllo miliziano. Una lotta che sta portando allo sterminio di un’intera generazione di giovani. Perché violenza genera solo altra violenza.

Ecco allora che quello che l’Associazione riesce a fare per i bambini assume, da una parte, i connotati di un’impresa eroica, ma testimonia anche, dall’altra, la solitudine e l’impotenza che provano Barbara e la sua equipe senza potersi lasciarsi andare a tutto questo. Come dice Barbara, però, “quando vedi negli occhi dei bambini la possibilità”, la solitudine cede il posto alla consapevolezza che per 20 anni siano stati dati loro momenti di vera infanzia, prospettive e opportunità per cambiare.

I progetti che l’Associazione promuove sono progetti di educazione e cultura, con una forte attenzione all’insegnamento dell’inglese. La possibilità di garantire corsi di lingua, tenuti da figure professionali esterne alla favela, non solo apre a nuovi orizzonti, ma assume un importante valore simbolico in termini di autostima per chi impara un’altra lingua.

Il racconto di Barbara ha evidenziato l’aderenza dei valori e degli obiettivi dell’Associazione brasiliana, a valori obiettivi e metodi, promossi da Farfalle di luce. Dal canto nostro abbiamo un’altra occasione per portare avanti l’intento di sostenere chi sostiene e di offrire una rete di connessione solidale a Barbara e alla sua equipe di 23 persone, tutte appartenenti alla favela. Forti dell’esperienza comune a chi condivide la stessa quotidianità sfidante, ancoriamoci insieme a tutto quello che possiamo ancora fare.

L’invito è a consultare la sezione dedicata ai progetti sostenuti da Farfalle di luce dove conoscere “Il sorriso dei miei bimbi”.