Perché qualcosa possa esistere ed essere manifesto nel piano di Realtà, deve avere un senso.

Quando cambiano le condizioni attraverso i vari cicli evolutivi, anche il senso deve evolvere.

La patologia, l’infermità, la distruzione, si producono quando ciò che accade è scollegato dall’ordine naturale e pertanto il senso si è perso o non è connesso con la realtà circostante. Il dolore più profondo, l’angoscia e la follia si producono quando perdete il senso, quando le azioni che compite, i pensieri che pensate, il sentire che sentite non hanno senso. Questo può accadere solo quando vivete la vostra vita in modo automatico, imprigionati nelle vostre proiezioni mentali, e vi percepite come individui isolati, preoccupati solo di mantenere intatta una forma di esistenza che vi sembra possa proteggervi, ma che in realtà vi distrugge come individui e come specie.

Da sempre cercate il senso della vostra vita e lo cercate esattamente dove non lo troverete mai: fuori di voi. Così facendo, continuando a cercare, mai lo incontrerete.

La vostra vita, già per il semplice fatto che esistete, un senso ce l’ha per forza. Il punto è: cosa è necessario affinché voi lo possiate incontrare? Credete di dover trovare cose, raggiungere mete, conquistare traguardi, ma il processo è esattamente il contrario.  Che cosa dovete lasciare? Quali pensieri, quali abitudini, quali condizioni dovete abbandonare per poter fare lo spazio necessario, affinché il senso innato che avete  possa emergere alla luce della vostra coscienza e manifestarsi attraverso la potenza del vostro cuore?

Attenzione, non confondete il senso con la ragione. La ragione è un’elaborazione della vostra mente; il senso è l’appartenenza al grande arazzo della vita, all’infinito flusso dell’esistenza. Quando siete nel senso, siete costantemente interconnessi in un’infinita danza di energia che produce prosperità ed evoluzione. A volte, in questa danza esistono contrazioni che sono necessarie a liberare l’espansione. La contrazione che state vivendo è indispensabile. Non opponete resistenza. Cercate di utilizzare e di attraversare questo momento al meglio. E’ una grandissima opportunità per liberarvi da ciò che non vi serve più, per permettervi di riaccedere al senso di chi voi siete. Tutto ciò che lascerete andare produrrà spazio e leggerezza, liberando energia per la prossima espansione.

Siete molto distanti dal senso più alto dell’Essere Umano, o meglio vi sono molte scorie inutili che vi impediscono di accedere al senso di chi siete. Per troppo tempo avete confuso “l’avere” con “l’essere” e questo vi ha gettato in un deserto di solitudine, di frustrazione, di impotenza. Ma se “siete”, e non potete essere altro che “ciò che siete”, ed espandete il vostro senso, immediatamente siete connessi, supportati, alimentati.

Svegliatevi, è tempo di uscire dall’illusione, è tempo di essere.

Abbiate cura dei vostri pensieri, delle vostre azioni, cercate di dirigerli verso la parte più luminosa che riuscite a immaginare.

Chiedetevi il senso di quello che state facendo o pensando, e se non lo trovate, cercate qualcosa d’altro da fare o da pensare.

Questo dovete volerlo voi! Questo può essere il contributo responsabile che date alla vostra esistenza. Quando vi assumete la responsabilità della vostra vita, contribuite alla vita dell’universo.

Abbiate cura e la vita si curerà di voi.

Monza, 13 febbraio 2013