Non si tratta di sminuire l’intensità e la difficoltà di questo passaggio, bensì di prendere atto di cosa sta accadendo. Chiaramente, di fronte alla nuova condizione in cui ciò che era non è più, la vostra mente vacilla. Scardinare l’abitudine, le credenze, le identità che avete rivestito, richiede del tempo e anche molto coraggio. Anche lasciare un “vestito di dolore” che per tanto tempo vi ha accompagnato può risultare spaventoso, anche se il vestito di gioia luminosa è lì pronto per essere indossato. Non lo avete mai fatto!

Sono millenni che siete identificati con la sofferenza, è diventato un habitus, una volontà quasi indipendente dalla vostra. Bene, onorate questa sofferenza, ringraziatela per ciò che vi ha permesso di apprendere, ma abbiate il coraggio di salutarla. Essa vi rincorrerà, vi blandirà con le sue lusinghe, cercherà di farvi credere che solo attraverso di lei potrete essere riconosciuti e ottenere le cure di cui avete bisogno. Ma non è così! Se non soffrite non avete bisogno di nessuna cura; se non vi sentite separati, non avrete bisogno di nessuno che vi riconosca, perché ogni cosa naturalmente vi apparterrà e voi sarete parte del ”tutto”. Ma tutto questo è una ristrutturazione profonda dei vostri pensieri, delle vostre azioni e delle vostre convinzioni inconsce. Datevi il tempo per questo difficile passaggio. E’ proprio importante.

Denia, 2 Agosto 2016