In Kenya sosteniamo il Wajukuu Art Projec: una testimonianza della resilienza e della capacità delle persone di trasformare il dolore in “bellezza”.

La consapevolezza delle condizioni in cui versano i bambini minati nella loro infanzia e le esperienze già  fatte in altri paesi del mondo, non hanno risparmiato le FdL arrivate in Kenya dal sentirsi catturate nel cuore. Naturale conseguenza, il decidere di mettersi nuovamente a disposizione.

Appena oltre l’area industriale di Nairobi, sorge infatti lo slum di Mukuru, dove su una superficie territoriale ridotta e inadeguata, vivono quasi 140mila persone nel più totale degrado: povertà, disoccupazione, analfabetismo, criminalità, droghe, violenze sessuali; mancanza di igiene, assenza di tutela della salute, zero opportunità di crescita.

In questo panorama drammatico, siamo entrati in contatto con un progetto incredibile. Wajukuu Art Project è nato nel 2004 ed è cresciuto grazie all’aiuto di artisti, di amici e di ex bambini diventati adulti che hanno iniziato a lavorare al progetto. Ci sono docenti artisti che seguono un programma annuale, destinato a giovani dai 5 ai 15 anni, che si sviluppa durante i week end e nei periodi di vacanza scolastica. Si affiancano i ragazzi nel processo di crescita e di acquisizione delle proprie capacita e responsabilità, tanto da permettere loro di immaginare un futuro. Ci si preoccupa dei bambini, dell’igiene e della loro salute, assicurandosi che abbiano di che nutrire corpo e mente.

 

 

 

 

 

 

 

Shabu è un risultato del progetto. Vissuto e cresciuto a Mukuru, oggi Shabu è un artista che ha creato nello slum uno spazio dove raccogliere i bambini e i giovani, per farli entrare in contatto con il mondo dell’arte.

Un’attività a tutto tondo, dove la volontà di creare occupazione attraverso la produzione e la vendita di opere d’arte di qualità è uno degli scopi principali di Wajukuu Art Project.

Chiara Camozzi, amica italiana che lavora per un’Organizzazione Umanitaria e risiede da molti anni in Africa, sarà gli occhi e la voce delle Farfalle in Africa e ci accompagnerà nell’avanzamento del progetto.

Una prima parte del nostro sostegno è arrivato dai proventi di un seminario tenuto da Micaela a Nairobi e, fin da subito, l’intenzione di Farfalle è stata quella di destinare un contributo che garantisse l’acquisto di materiali e cibo per i bambini.